Non è una novità. I videogiochi sono stati demonizzati dalla nascita, come qualsiasi sostituto dei libri prima di loro (la tv, internet, il telefono), trattati alla stregua di un diversivo per passivizzare le masse e traviare bambini inermi, i cui cervelli, non ancora formati, verrebbero anestetizzati da qualsiasi stimolo non analogico. Anche se ormai dovremmo sapere tutti che i videogiochi per se non fanno male e non sono responsabili della messa in atto di comportamenti aggressivi nel mondo reale, l’opinione comune è dura a morire. Fortunatamente oggi possiamo accedere a Google Scholar e immergerci in un grande lago di ricerche (non è ancora un mare) sui benefici dei videogiochi, che, di recente, includono anche effetti positivi sul Pensiero Divergente e sulla Creatività. Negli ultimi vent’anni c’è stata una notevole espansione di questo tipo di ricerche e i videogames sono stati elogiati per i loro effetti positivi in ambito cognitivo, motivazionale, emotivo e sociale. Diversi...
La psicologia dei videogiochi. Un blog a cura di Laura Zambonini Beltrami